A dream





 

Vorrei essere una pantera

occhi gialli quando è sera

scivolar via leggera

sinuosa gatta per la vita intera

 

peccato non esser nera...

 

 

Pensando ad un ipotetico capodanno

Da racconti del passato: La bellezza ci salverà. Con il virus  quanto scrivo è un sogno ad occhi aperti

 

Tutte dovremmo avere un’amica bionda, con una fisicità non comune e che senza dispensare consigli, solo per leggiadria nei movimenti, ricorda l’importanza della seduzione. Con l’avanzare dell’età, si rischia di dimenticare che quella della seduzione è un’arte e come tale va studiata, sperimentata, conosciuta e vissuta. Ed è cosí che ho incontrato Sabrina, una Audrey Hepburn degli anni 2000, che insegna la sapienza e la vertigine di una decolté tacco dodici. La ricerca del bello è per me quasi un’ossessione,  un’ eredità paterna. Da quando son piccola mi intima ad osservare l’anima delle cose, in  modo da intuirne il senso, trovarne il segreto. Ho scoperto la contemplazione per la natura, la poesia ed ora si è accesa la curiosità intensa verso le forme morbide e rotonde del mio essere donna. Sabrina porta la bellezza con fierezza, senza giustificazione, senza bisogno di dover affermare l’intelligenza, sicura di possederla, si fa ammirare senza che sia motivo di vergogna. In equilibrio è la regina delle passioni, qualcuno che sa dire le proprie miserie con ironia, rimanendo in superficie, scegliendo di non andare sempre a fondo, perché a volte, l’eccesso di profondità fa fragorosamente naufragare.  E’ una donna intensa, tutta da scoprire. Anche lei, un incontro dal timing perfetto. Un tempo bacchettona, supponente, non potevo certo essere liquida. Integra, di alabastro, punta di  diamante, anzi no, perché ho sempre pensato De André avesse ragione,  dura e pura nel non concedermi follie, mi perdevo l’utilità del futile. Io che mi son sempre sentita schierata, anti-conformista, la posizione sulla cultura netta, integralista, una vera fan del bianco e del nero. Ora no, finalmente amo le sfumature e scelgo tinte libere. Rimane l’amore per le asimmetrie, i numeri dispari, per gli oggetti che raccontano storie e gli indumenti che da soli sono belli, ma a saperli abbinare ancora di più. Ed è allora arrivato il tempo del rosso chanel sulle labbra, dei pizzi everywhere, dell’inverno senza calze, dei raffreddori, delle continue risate, delle cene al bancone ristorante, dove New York è possibile anche qui, nel piccolo angolo di mondo dove vivo. Uscire può essere stare in colazione da Tiffany, dove  uomini cascano ai tuoi piedi e tu diva sorridi e saluti, hai un grande cappello, tubino nero, occhiali da sole ed un cocktail in mano. Chi se ne importa se sono solo fantasie, quelle non le ho mai abbandonate, mi accompagnano da quando sono piccola. Questo toglie la maschera al gioco delle parti, della buona a tutti i costi, della brava più che mai e lascia posto alla volubile, assolutamente imperfetta, autentica me.

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