Covid






 

 Inizio a pensare a cosa non mi mancherà di questo 2020…

Pandemia ed il sacrificio della fantasia

 

La mente non stacca mai, metti la mascherina, togli la mascherina, post.it di paura, terrore, morte. Quante volte sono tornata alla macchina perché l’avevo dimenticata. Ed ecco l’ammonimento implicito: il tempo della distrazione è finito, il tempo della ri-creazione,  della “nuova creazione” è ridotto, si è  dato congedo alla testa tra le nuvole. Il virus inchioda il pensiero, lo mette a terra, in un certo senso mette in catene la fantasia, rischio da calcolare, altra gravità a mio parere. Gli spazi di transito, i viaggi in macchina, le passeggiate, sono molto spesso i luoghi dove la mente mette il pilota automatico e lascia spazio alla nascita di idee nuove. La pandemia costringe una parte del cervello a rimanere maggiormente imbrigliata nella realtà, perché il pensiero concreto, che protegge, deve rimanere vigile. Il virus  minuscolo e sconosciuto diviene potenziale killer seriale: non solo del corpo, ma anche della mente. Si appiccica ai pensieri leggeri, li impasta e li rende fango.  I passi allora si fanno pesanti, anche chi è abituato a vivere con il cuor contento, inciampa su continue preoccupazioni e ammonimenti.  Sembrano venir meno i luoghi sicuri, credo che si debba fare barricata, perché gli angoli di fantasia sopravvivano, si potenzino, in modo che il viaggio continui, se non altro quello dell’immaginazione.

                      

Commenti

Post più popolari