La primavera della primavera



 



 


Quest’anno a sorpresa, la primavera. A febbraio ho le gambe all’aria, le calze nel cassetto ed un rossetto colorato sul volto e nella mano. Voglio dare io i colori, decidere le sfumature. Sviluppo un’onnipotenza in miniatura, apro il ventaglio delle possibilità,  perché voglio scegliere il gioco, dare le carte. Sento il bisogno di sbocciare, aprire i petali perché quest’inverno è stato duro, nonostante i consueti rami nudi, i colori non ci sono mancati, ma son stati opachi. 

Camaleonti mimetizzati, in allerta continua, siamo ormai stanchi per la lotta. Ed è cosí che dico una preghiera a questa primavera, perché sia vera e longeva, perché si apra e non ritratti, perché sia continua, senza indugio, sia salvezza, un rifugio per i fiori e la speranza.

 




Il vento srotola, forse controvoglia, fiori ricamati su di un piccolo fazzoletto d'erba e la mia gonna rossa sbadiglia e accoglie una mattinata profumata.

Senza voce rompo i silenzi dei germogli e piango per dar loro nutrimento.


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