L’INFORMAZIONE FA AMMALARE?

 







Cani dai denti stanchi e pigri

Son le parole che si mordono la coda

Rabbonite da un grande osso, sonnecchiano nei network e scondizolano qua e là in cerca di una gloria piccola e presente

Son docili i premi per la grande gola e dalla poca voce. 

Dov’è finito l’ululato del lupo che al buio nella foresta nera fa sentire il suo primato?

Cerco in te il licantropo

L’urlo trasforma la battaglia nuda

Senza armi.

Cerco la voce, solo la voce

 

Mi sento alla corrida, preparata ad inforcare il fazzoletto rosso. Dal naso vapore e collera, la zampa è pronta alla carica, non so dare ragionevolezza alla bestia, il toro scuote la testa e affila le corna, difficile temperarle. Sono indignata, perché mentre contratto con la sete di libertà individuale e nutro il bene collettivo con l’astinenza dalla socialità, leggo notizie sensazionalistiche, incomplete, che mi pare vadano unicamente nella direzione di creare panico e impedire che la popolazione si vaccini. Il giornalismo ha un’influenza diretta sulla vita delle persone ed ha la responsabilità della verità, anche qualora non sia popolare, non faccia fare click. 


L’Ema ha sottolineato che su cinque milioni di persone vaccinate in Europa sono stati rilevati trenta casi di “eventi tromboembolici”  forse legati ad Astrazeneca. “I benefici del vaccino continuano a superare i rischi”, ha fatto presente l’agenzia in un comunicato. “Attualmente non esistono indicazioni del fatto che il vaccino abbia causato questi disturbi, che non fanno parte degli effetti collaterali elencati”.



 

Mi sono chiesta quale possa essere quindi la ragione di notizie traumatizzanti, tendenziose. La guerra della parola può essere vinta solo qualora la voce sia più alta e racconti qualcosa che abbia a che fare con l’angoscia.  Le notizie contrastanti sembrano legittimare il : “ credo fai da te”, “l’anarchia del sapere”, "le regole discutibili e negabili”. In questo periodo di “dolori forzati”, di clausure monacali, di morte, siamo spaventati ed avventati, temiamo che "l’andrà tutto bene” sia miraggio sbiadito. Siamo pesci nelle rete: per spezzare le corde e fare peso verso la libertà, verso il mare,  abbiamo bisogno di nuotare nella stessa direzione, dobbiamo muoverci cauti, ma avere una mappa che ci indichi una verità che sia quantomeno verosimile. Giovanni Foresti in un intervento sulla: Gestione dei poteri nelle pandemie nel corso della storia, ricorda  l'imperante dissesto cognitivo collettivo, ossia l'incapacità di trasformare le osservazioni in ipotesi e formulazioni sintetiche che possano essere condivise. Soffriamo di presentismo, fatica a mettere in una prospettiva storica gli eventi che ci capitano. Credo che la parola stampata debba fornirci un collage, una cornice di pensiero che dia cronologia, senso, direzione.


Commenti

  1. Queste sono parole importanti, vorrei che potessero raggiungere il maggior numero di persone possibili....la malattia più grave e la mancanza di una direzione.
    Grazie

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    1. Grazie, penso sia proprio importante parlarne e creare collettività, pensieri lungimiranti...

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