I nostri occhi si agganciano alla cucitura tra terra e cielo, a quel che c’è e non si vede.
Cieca mi fido dei passi e del sentiero. Son certa che le mie parole bisbiglino sotto le tue, non mi senti perché sono battito d’ali.
Bisogna essere fragili e delicati per cogliere un sussurro.
Se penso ad un noi mi metto scomoda negli ancestrali viaggi.
L’aria si fa brusca e mi strappa da un torpore abituale.
Comprendo che siamo qui per essere api operose ed intangibile vento.
Porterò con me il seme per ricordare com’è stato l’albero ed il suo frutto.
Le mie dita ricordano la linfa morbida e la fessura che si è creata tra i nostri due mondi.
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